Boiserie tessili, cornici decorative e tagli architettonici ridanno carattere a un sottotetto nel centro di Milano. Al progetto, Marcante-Testa

di Francesca Benedetto — foto di Andrea Ferrari

ELD 9 CC CASA DE TOGNI-1 ELD 9 CC CASA DE TOGNI-2 ELD 9 CC CASA DE TOGNI-3 ELD 9 CC CASA DE TOGNI-4 ELD 9 CC CASA DE TOGNI-5 ELD 9 CC CASA DE TOGNI-6

 

Dal portico all’ingresso, con il tipico pavimento in palladiana, il portiere ci indica il vecchio ascensore in mogano e ferro batELD 9 COVER_tuto, tirato a lucido e ancora perfettamente funzionante. All’ultimo piano di un elegante palazzo in via De Togni, a Milano, disegnato da Roberto Carlo Dall’Acqua nel 1927, scopriamo il progetto firmato dagli architetti Adelaide Testa e Andrea Marcante. “Una coppia di professionisti cercava una casa con una stanza più grande per il figlio e, se possibile, uno sfogo sull’esterno”, ci raccontano. “Questo appartamento presentava delle forti criticità dovute principalmente alle altezze ridotte e alla poca luce nella zona mansardata prospiciente la corte interna. Ma lo straordinario terrazzo con vista sul Parco delle Stelline era un plus irrinunciabile“. Il primo e principale intervento ha riguardato la dimensione architettonica, con la modifica del tetto e la creazione di terrazzini ‘a tasca’ e ampie portefinestre per aggiungere vivibilità e illuminare i nuovi ambienti destinati alla cucina e ai bagni. Per collegare le diverse quote del soffitto, il passaggio centrale è diventato un elemento caratterizzante, connotato dalle porte su disegno con inserti laccati, a identificare la zona notte, e dall’elemento divisorio in legno che, al posto di una semplice parete in muratura, delimita invece il lato con le stanze di servizio. Alle estremità del corridoio, due grandi portali in rovere su disegno creano un gioco di geometrie a incastro, dall’effetto scenografico, per connettere o separare gli ambienti in maniera flessibile. Così il grande disimpegno, una volta isolato, può trasformarsi in un’accogliente zona studio, mentre la cucina, aperta, conquista la vista sul terrazzo, oltre il living, che sembra galleggiare sulla chioma degli alberi sottostanti. “Ci siamo ispirati alla lezione di Umberto Riva, progettista che amiamo molto fin dall’epoca dei nostri studi universitari”, proseguono gli architetti. “Il suo approccio suggerisce una particolare attenzione alla relazione con lo spazio esterno e il disegno di alcuni elementi dell’architettura d’interni fortemente integrati con gli arredi fissi. Partendo dagli imbotti dei nuovi balconi, il segno architettonico incornicia il paesaggio urbano, da soffitto a pavimento, per poi generare arredi ad hoc come la scrivania e le mensole all’entrata”. Il colore, da sempre fra i tratti distintivi del linguaggio di Marcante-Testa, è un sottile filo rosso che nasce come battiscopa, nella zona home office, e si trasforma nella cornice di coronamento della boiserie nel soggiorno. I pensili della cucina e i mobili contenitori del living, nelle nuance pastello, citano in versione rivisitata gli Anni 50. Atmosfere rétro riprese anche nella zona notte, dove le carte da parati con motivi floreali danno un carattere deciso all’area più intima della casa. Posate a tutta altezza sulla parete perimetrale, trasformano la piccola stanza per gli ospiti in una scatola preziosa e, accostate con disinvoltura al tessuto che ricopre gli armadi nelle camere padronali, concorrono a comporre il mood decorativo dell’intero appartamento. In tutta la residenza spiccano pezzi di design del Novecento scelti con cura, come le sospensioni di Achille Castiglioni, il tavolo di Finn Juhl e le sedie di Tobia Scarpa, insieme alla produzione più recente firmata, tra gli altri, da Zaven e Marcante-Testa. Un gioco di rimandi e accostamenti tra epoche diverse che ritroviamo anche nello stratificato skyline milanese, in scena sul terrazzo rivestito in maiolica. Belvedere privato dal quale ammirare la splendida cupola rinascimentale di Santa Maria delle Grazie. —