ARCHITEXTILE IN TRIESTE

180 mq, 2022

Ristrutturazione di appartamento a Trieste.

 

In copertina su ELLE DECOR ITALIA n° 6, giugno 2022

22-06_ED-Italia_Trieste

Il progetto di Marcante-Testa a Trieste, all’interno di un immobile di inizio Novecento nel centro storico della città, riguarda la ristrutturazione di un appartamento di circa 180 mq, ormai privo di elementi coevi al periodo di costruzione dell’edificio (ad eccezione delle porte interne).

Il committente è una coppia residente a Monaco di Baviera: lei Triestina di origine, trasferita a Monaco da più di 30 anni per seguire la sua attività di commercio di tessuti di alta gamma, lui artista originario di Monaco, entrambi desiderosi di dividere vita lavorativa e privata tra la Germania e l’Italia.

Il punto di partenza del progetto è una rifunzionalizzazione degli spazi interni che possa accogliere le nuove esigenze di vita e valorizzare i percorsi e le visuali interne, con un doppio collegamento delle stanze sia dal corridoio originale che tra una stanza e l’altra verso il lato strada.

L’attività della cliente ha delineato per i progettisti un nuovo percorso di ricerca legato principalmente all’ambito tessile applicato alla dimensione architettonica, con specifici riferimenti a rilevanti figure femminili. Tra queste, in particolare modo per epoca e contesto, si vuole fare riferimento ad Anita Pittoni, artista poliedrica triestina che si è occupata di moda ma anche di arredamento e i cui lavori hanno negli anni 30 spesso trovato in Gio Ponti un suo promotore nelle pagine di Domus.

L’elemento tessile, nel progetto di Marcante-Testa, diventa materiale per l’architettura e l’arredo, pannelli in tessuto per dividere ambienti -come nel soggiorno tra zona pranzo e area divani- boiserie nella camera da letto per definire il perimetro dell’ambiente secondo diverse altezze, e ancora passamanerie come copri radiatori nel soggiorno e ante in tessuto per gli armadi su disegno nel vestiaire.

Così come teorizzato da Anita Pittoni, il progetto si rende percepibile e comprensibile non solo dalla vista ma anche dal tatto, con il suo portato di contatto diretto tra opera e artefice e fra opera e fruitore.

Tutti i tessuti (comprese le tende) sono stati appositamente disegnati dalla textile designer Aleksandra Gaca, in accordo con i progettisti, e realizzati presso il TextielMuseum di Tilburg (Olanda).

Anche nella scala del complemento di arredo figure femminili come Gegia Bronzini, alla cui azienda ci si è affidati per il disegno del copriletto e come Maria Lai, per i lavori tessili a parete nel soggiorno, hanno arricchito i contenuti del progetto e messo in evidenza il desiderio di valorizzare un certo tipo di artigianato.

La cultura mitteleuropea di Trieste nei primi decenni del 900 ha poi ulteriormente definito il percorso architettonico di Marcante-Testa.

I soffitti, ambito di specifica ricerca per i progettisti che (come sostenuto da James Hillman) appaiono spesso il luogo oggi più trascurato della casa, sono stati appositamente disegnati rifacendosi ad alcuni segni ispirati dal lavori di Josef Hoffmann degli anni ‘20.

Le pareti sono rivestite (e poi dipinte) di carta da parati con disegno originale del periodo BAUHAUS (riprodotta oggi da Rasch Contract) così come le maniglie di Walter Gropius.

Alcune lampade di Adolf Loos (ancora oggi prodotte da Woka Lamps Vienna) completano i riferimenti al passato.

Una volontà di contestualizzare il progetto con riferimenti a un determinato periodo storico ha trovato bilanciamento con una dimensione più contemporanea attraverso il disegno di specifici elementi di arredo e nella scelta di lampade e arredi di produzione.

L’uso di cromie più fredde e severe per la zona giorno e per la cucina si stempera nelle tinte pastello dei bagni e della zona notte. Alcuni accenti cromatici nei toni del blu e dell’azzurro in arredi su disegno come il divano e il mobile della camera ospiti e in dettagli come i bastoni delle tende, sono finalizzati a sottolineare la continuità visiva degli ambienti ma nello stesso tempo introducono elementi di voluta discontinuità.

Se Trieste è una città con una forte identità cosmopolita, il progetto cerca di trasferire nella scala architettonica degli interni questa dimensione unica e colta facendo coesistere, sotto l’attenta direzione dei progettisti, il percorso di ricerca e umano di così tante persone.